Il carnevale di venezia
Alla scoperta delle più famose maschere tradizionali che popolano il Carnevale veneziano: la misteriosa Bàuta, la silenziosa moretta e molte altre maschere tipiche della Commedia dell'Arte di Carlo Goldoni...
La Bàuta o Bautta è la maschera più semplice e diffusa a Venezia.
Mantello nero, maschera e cappello sono gli elementi che la caratterizzano: il mantello nero con l'intento di nascondere gli abiti, il pizzo sotto la base della maschera e il cappello a tricorno per nascondere il volto.
La Bàuta tra le diverse maschere permetteva un anonimato completo. Non si poteva identificare chi si celava sotto il mantello, se uomo o donna, povero o ricco signore.
Era sinonimo della completa libertà d'espressione, ecco perché quando se ne incontrava una tra le calli, si era soliti porgere un ossequioso inchino di rispetto.
La Moreta o Moretta, come espresso già nel nome, è la maschera di colore nero usata dalle donne.
Molto particolare perché doveva essere sostenuta tenendo in bocca un
bottoncino all'altezza delle labbra. Dagli uomini era apprezzata perché
dava alla figura femminile quel fascino misterioso dato dal silenzio.
Il mattacino è una specie di pagliaccio con abito bianco o multicolore, leggero e corto, con in testa un cappello piumato.
I mattacini a Venezia erano famosi per il lancio di "ovi profumai" (uova
profumate) che lanciavano con le frombole. L'usanza era così frequente
che, intorno a questi personaggi, si generò un vero e proprio mercato: a
centinaia erano i venditori ambulanti di queste uova odorose che
venivano lanciate verso balconi occupati da amici, conoscenti e da
fanciulle innamorate.
Ma le maschere hanno trovato la loro consacrazione con il teatro: grazie al lavoro del drammaturgo veneziano Carlo Goldoni alcune delle maschere più popolari della Commedia dell'Arte diventano dei perfetti stereotipi, ottimi per rappresentare la società veneziana. Tra le principali maschere della Commedia dell'arte troviamo Pantalone, anziano mercante ricco e avaro, Arlecchino, il servo imbroglione, Colombina, la servetta e amante di Arlecchino, e Pulcinella, un altro servo, ma di origine napoletana.
Al giorno d'oggi le maschere veneziane sono diventate uno dei simboli della città e del suo magico Carnevale.
Ma le maschere hanno trovato la loro consacrazione con il teatro: grazie al lavoro del drammaturgo veneziano Carlo Goldoni alcune delle maschere più popolari della Commedia dell'Arte diventano dei perfetti stereotipi, ottimi per rappresentare la società veneziana. Tra le principali maschere della Commedia dell'arte troviamo Pantalone, anziano mercante ricco e avaro, Arlecchino, il servo imbroglione, Colombina, la servetta e amante di Arlecchino, e Pulcinella, un altro servo, ma di origine napoletana.
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